triphysio

SUPER SHOES

Funzionano davvero? Come funzionano?

Negli ultimi anni si è notato che i nuovi record sui 5km, 10km, mezza maratona e maratona sono stati stabiliti da runners che calzavano delle Nike Vaporfly 4% o Next%; sono stati dei casi oppure sotto qualcosa c’è`?

I primi studi risalgono agli inizi degli anni 2000 in cui si iniziavano a cercare dei modi per migliorare le prestazioni sportive.

Già in uno studio del 2004 (Stefanyshyn & Fusco) si era studiato l’effetto della rigidità alla flessione longitudinale dell’interscuola sulle prestazioni di sprint, mostrando che l’ 87% dei partecipanti ha ottenuto migliori risultati correndo con scarpe con all’interno della suola una placca di carbonio.
Le super-shoes sono caratterizzate da una fibra di carbonio o di nylon ibrido, da un materiale dell’inter-suola altamente resiliente, da una maggior altezza dello stack (spessore dell’inter-suola), e da una geometria della scarpa molto pronunciata.

Nella maggior parte delle super-scarpe, il foam (shiuma) non è a base EVA, ma è composto da nuovi materiali ibridi o tecnici come il PEBAX.

Diversi studi hanno studiato gli effetti delle Vaporfly tenendo in considerazione variabili biomeccaniche e fisiologiche del corpo umano:
Rispetto alle scarpe da corsa tradizionali, è risultato:

  • Miglioramento dell’economia delle performance del 4% (in media)
  • Minimizzazione della perdita di energia nell’articolazione metatarsofalangea
  • Ridotta velocità di contrazione del gastrocnemio mediale
  • Immagazzinamento e restituzione di energia elastica all’atleta
  • Ridotto consumo medio di ossigeno

Per quanto riguarda la minimizzazione della perdita di energia, si pensa che i miglioramenti atletici possano essere ottenuti riducendo l’energia assorbita dalle articolazioni a causa del lavoro meno eccentrico svolto dai muscoli che attraversano le articolazioni coinvolte.

Riguardo invece all’immagazzinare e restituire energia, suggerisce che l’energia di deformazione elastica viene immagazzinata nelle piastre di fibre di carbonio quando viene flessa, mentre l’articolazione metatarsofalangea subisce l’estensione.

Si ipotizza quindi che a causa dell’isteresi della piastra, parte di questa energia immagazzinata viene restituita all’atleta durante la successiva flessione dell’articolazione metatarsofalangea.

Ci sono ancora incertezze riguardo al posizionamento della placca di fibra di carbonio all’interno dell’intersuola: pare che più vicina sia al piede, più possa portare al miglioramento delle prestazioni, anche se cio` potrebbe aumentare il rischio di infortuni e una ridotta sensazione di comfort.

La World Athletics ha iniziato a mettere dei paletti per quanto riguarda le caratteristiche che devono avere queste scarpe, come ad esempio una sola placca di carbonio è ammessa, e l’altezza della suola nella zona del tallone non deve superare i 40mm.

Richiedi Informazioni